LetterAppenninica

LetterAppenninica è un festival di letteratura di crinale che si svolge sulla montagna pistoiese in estate. E’ nato nel 2015, su iniziativa dello scrittore Federico Pagliai e da allora anima l’estate di San Marcello, Cutigliano, Abetone e dintorni.

Ma LetterAppenninica non è solamente un festival che in questi anni ci ha fatto conoscere tante belle persone e incontrare nuovi amici. LetterAppenninica è un progetto che vuole,  attraverso i libri e la cultura, portare all’attenzione il grande dimenticato del dibattito italiano, ovvero l’Appennino. La colonna vertebrale di questo nostro sgangherato e meraviglioso Paese, la dorsale che attraversa l’intera penisola, che è fondamentale sia da un punto di vista ambientale (molti eventi catastrofici degli ultimi anni lo hanno dimostrato) ma anche culturale, se non altro perché chiunque ha una radice familiare, storica o affettiva che affonda in montagna.

Ricette non ne abbiamo. Ma crediamo che sia un dovere parlare della sua cura, della sua popolazione, ma anche delle immense risorse naturali e culturali che l’Appennino potrebbe mettere a disposizione del rilancio del Paese.

Dopo aver macinato parecchi sentieri e parecchi libri, LetterAppenninica ha capito anche che i crinali delle montagne non sono dei confini, ma dei ponti per incontrare gli altri. Perché è solo conoscendo, incontrandosi e riconoscendosi con quelli che stanno al di là del crinale che insieme si può progettare un futuro che sia migliore per tutti. Qualunque sia il crinale che uno ha davanti. Noi lo abbiamo messo in pratica, nel nostro piccolo, cominciando dal nostro di crinali, ovvero quello dell’Appennino tosco-emiliano: da subito persone, realtà e perfino istituzioni del versante modenese e bolognese dell’Appennino sono state parte integrante di LetterAppenninica.

In questi anni LetterAppenninica ha organizzato il festival estivo, ma non è mai stata ferma un momento, sempre a cercare cose nuove, a organizzare iniziative piccole e grandi: la Memoteca, ad esempio, è nata proprio in mezzo al frullatore emotivo e intellettuale di questo eterogeneo gruppo di pazzi. Come pure una grandissima mobilitazione di solidarietà in occasione del sisma in centro Italia che ha permesso a questo Appennino di portare un sorriso a un altro pezzo di Appennino, che in quel momento era in immensa difficoltà.

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