Sambuca Pistoiese, nelle foreste spiccano torri, castelli e chiese
Il Castello di Sambuca Pistoiese si staglia in mezzo ai boschi con il luccichio delle sue pietre e ancora oggi ci possiamo immaginare l’effetto che doveva fare ai pellegrini che arrivavano dalla via Francesca fin sotto le mura. Il paese, a 736 metri di altezza sul livello del mare, era chiuso infatti da mura concentriche che chiudevano la piazza e la chiesa del Castello, fino alla rocca e alla torre, che era alta oltre venti metri. Sambuca compare nei versi di Cino da Pistoia che dedicò all’amata Selvaggia Vergiolesi, morta proprio a Sambuca durante l’esilio del padre, il capitano Filippo Vergiolesi in seguito alle lotte tra Guelfi Bianchi e Neri (Io fui ’n su l’alto e ’n sul beato monte/Ov’adorai baciando il santo sasso,/ E caddi ’n su quella pietra, ohimè lasso!/Ove l’Onesta pose la sua fronte…).
L’impianto della rocca conserva ancora il tracciato della cinta e si riesce ancora a intuire l’imponenza della fortificazione, nonostante sia rimasto solo un terzo, in altezza, dell’antico mastio. La torre, una volta venuta meno la funzione militare per cui era stata costruita, fornì il materiale necessario per la costruzione dei contrafforti culminanti nel recinto del camposanto.
Sotto la rocca si trova la Pieve a tre navate intitolata ai Santi Cristoforo e Jacopo, che è stata oggetto di lavori di rifacimento ed ampliamento a partire dalla fine del Seicento. La canonica ha assunto la forma attuale nel corso del XVIII secolo: la data 1737 incisa su una pietra. L’origine della costruzione però è più antica, come testimonia il carattere medievale di un grande ambiente al livello della via Francesca. L’accesso alla chiesa avviene attraverso un portale in pietra sotto al portico, costruito ai primi dell’Ottocento, dal quale si gode un bellissimo panorama sulla valle. Fin dalla sua origine, la parte più bassa del castello è stata sicuramente riservata alle abitazioni, con strade lastricate strette e ripide.
Il territorio di Sambuca Pistoiese si estende tra boschi e valli, incrociando più volte, tra una curva e l’altra, il confine con l’Emilia Romagna. Le frazioni sono, oltre al Castello, ben 13. Bellavalle, dove si trova una fonte ancora funzionante, fino agli anni Venti era denominata La Sega, per la presenza di un’antica segheria azionata da forza motrice idraulica, della quale oggi non rimane traccia, citata per la prima volta nel Catasto Granducale del 1587.
Campeda, centro situato nella valle del Reno, poco distante da Molino del Pallone, è abitato prevalentemente nella stagione estiva. Il paese è composto da due frazioni. Frassignoni è sul versante destro della valle del Reno. È suddivisa in diversi villaggi: come quota di riferimento si può prendere quella della chiesa, dedicata ai Santi Maria e Carlo, e che è di 748 metri. Dista due chilometri da Pracchia. L’Acqua è divisa in due parti dal fiume Limentra Orientale: una in Comune di Sambuca e l’altra, probabilmente la più antica, in Comune di Cantagallo ed in provincia di Prato. I due abitati sono collegati fra loro da un bel ponte in pietra con arco a tutto sesto. Lagacci è sul versante destro della valle del Reno ad una quota di 710 metri. Ha una cinquantina di residenti ed è collegata con strada asfaltata alla statale Traversa di Pracchia, da cui dista un paio di chilometri. Lentula è situata lungo la strada provinciale Pistoia-Riola, che la collega a Badi e Suviana in direzione nord, a L’Acqua, Monachino, L’Acquerino ed infine Pistoia verso sud.
L’abitato di Monachino è a 700 metri sul livello del mare, immerso nella foresta che ricopre tutta la valle: in alto lo circondano le cime del monte La Croce (1318) il più alto della Sambuca, del Monte Bucciana, del Poggio Cicialbo.
Pàvana, sul versante sinistro della valle della Limentra occidentale ed è attraversato dalla statale Porrettana, è il più popoloso centro della Sambuca. Il paese è antico: la prima citazione è del 998 ed è sempre rimasto nell’orbita pistoiese. La chiesa è dedicata ai Santi Maria e Frediano e fu costruita nella seconda metà del Settecento. Un altro edificio importante è “Le Logge”, costruito nel 1849 da don Lorenzo Magnanelli sopraelevando un nucleo più antico in cui si trova un oratorio privato ottocentesco. Scendendo per la strada statale verso Ponte della Venturina, si incontra sulla destra un edificio, costruito con arenaria locale: edificato nel 1846 ospitò la dogana granducale fino al 1860. E’ tuttora visibile la vecchia dogana in località Teglia, posta lungo il tracciato che della Via Francesca della Sambuca. Ben conservato è il Mulino del Pontaccio o Mulino di Chiccone (per la gente del posto “di Chicon”) reso famoso dagli scritti e dalle canzoni di Francesco Guccini. Da qui si può vedere dal basso l’imponente Diga, costruita nel 1925 sbarrando a fini idroelettrici la Limentra Occidentale.
Pòsola è vicina al crinale che separa la valle del Reno da quella della Limentra Occidentale, è sovrastato a quota 1092 metri dal Crocione, monte con una grande croce metallica.
Il paese di San Pellegrino al Cassero, secondo la tradizione, deve il suo nome alla leggenda del passaggio di un giovane viandante, che percorreva la via Francigena, il figlio di Romano, re di Scozia. Di fronte al ponte sul Mezzano c’è la chiesa, fondata nel 1519 con le elemosine degli abitanti per la volontà dei due fondatori Giacomo Zagnoni e Silvestro Bargellini. Taviano, sede del Comune, è formato da nuclei disposti sulle due sponde del torrente, intorno alle strade che stanno alla base della sua origine: l’attuale strada statale 64 “Porrettana”, la comunale per Badi e Treppio, le ripide mulattiere che salgono a Castello di Sambuca, a Bubbiana, a Serra di Bocchio ed a Caviana. Torri è situato nella zona sud orientale del comune di Sambuca Pistoiese a una quota di 912 metri. Il toponimo potrebbe derivare dalla presenza in passato di strutture murarie per la difesa, ma forse le sue origini vanno ricercate nella morfologia del terreno che ha guglie di arenaria, che sembrano torri viste da lontano.
Treppio è tuttora circondato da selve di castagni e boschi cedui che scendono fino alle sponde della Limentrella. La chiesa, dedicata a San Michele Arcangelo, è il frutto di numerosi interventi che si sono succeduti a partire dal XIII secolo. Sopra la porta di ingresso, c’è un maestoso organo settecentesco rifatto nel 1794 da Pietro Agati, famoso organaro pistoiese.