Limestre

51028 San Marcello Piteglio Limestre, Toscana Italia | (Allarga la mappa)

Se i muri potessero parlare i suoi sarebbero sicuramente i primi ad essere sorpresi del paese di Limestre.  Il mulino di Riccio era l’unico edificio esistente in questa zona e piano piano l’ha vista cambiare completamente, svilupparsi crescere, si è trasformato un po’ controvoglia in un albergo rinomato e alla fine ha visto anche il fiume allontanarsi.
Tutto iniziò con la costruzione delle Strada Ximeniana che iniziò a portare i primi viaggiatori ad attraversare quella zona ancora semi deserta. In seguito vennero costruiti altri due mulini, alimentati dalle acque dei torrenti Fredda, Nebbiana e Limestre, per fargli compagnia ma fu solo questione di pochi anni e tutto cambiò di nuovo.
I Fratelli Cini acquistarono i mulini e li trasformarono in edifici per la produzione della carta fatta a mano dando il via alla produzione industriale del paese e segnandone il destino. Gli edifici passarono di mano in mano, di proprietà in proprietà fermandosi solo nel 1899 quando la S.M.I. acquistò tutti quanti. Dopo la nascita dello stabilimento di Campo Tizzoro la fabbrica venne ampliata e potenziata, come negli altri paesi la S.M.I. costruì le scuole elementari per i figli dei dipendenti e tanti altri edifici che si possono vedere ancora oggi. Il più importante, non solo per quello che rappresenta ma anche per la difficile realizzazione, è stata la chiesa intitolata alla Madonna della Neve. Per poter realizzare il piazzale di fronte alla chiesa furono necessari mesi di lavoro per deviare il corso del fiume e creare lo spazio, un’opera ingegneristica senza eguali in montagna. Tutti i prati e i poderi circostanti alla fabbrica vennero utilizzati per creare l’Azienda Agraria e garantire così cibo e benessere ai dipendenti e agli abitanti del paese. Questo lavoro venne documentato in un libro e preso d’esempio da numerose altre fabbriche in europa come modello da seguire.
Purtroppo la fabbrica chiuse definitivamente nel 1985, negli ultimi anni era diventata molto rinomata per la produzione di viti, spille e chiodi, lasciando un vuoto incolmabile nell’animo del paese.

Nel 2007 però è stato inaugurato Dynamo Camp, il primo campo per la terapia ricreativa in Italia, grazie al quale ogni anno migliaia di bambini malati possono trascorrere un periodo di divertimento in un ambiente sicuro e protetto e nei boschi circostanti è stata realizzata un’oasi protetta affiliata al WWF nel quale è possibile compiere delle splendide escursioni.