Abetone, dalla strada del Granducato alla patria dello sci

Alta montagna pistoiese, anno 1788. La strada che collegherà il Granducato di Toscana col Ducato di Modena è quasi terminata. Per garantire che possa essere transitata anche d’inverno il progettista e direttore dei lavori, il gesuita Leonardo Ximenes, capisce che è necessario creare un paese nella parte più alta del percorso, all’interno della foresta di Boscolungo. Individua il luogo e lo ribattezza Abetone. Sì, perché proprio in quell’area si trova un enorme abete che dovrà essere abbattuto per consentire il passaggio della strada. Il primo nucleo del paese, accanto alla chiesa di San Leopoldo, è costituito da casette a uso di manutentori e spalatori della strada e sorge a quasi 1400 metri di altitudine. Dopo le case arrivano le osterie e la stazione di posta. Nasce il paese di Abetone, la cui parte toscana fa parte del Comune di Cutigliano, quella emiliana di Fiumalbo.

E’ l’apertura della ferrovia Porrettana, nel 1864, a dare un ulteriore sviluppo al paese: grazie a un servizio regolare di carrozze e calessi arrivano i primi villeggianti. Ben presto, però, ci si rende conto che mancano spazi adeguati per ospitare l’alta borghesia e la nobilità sia toscana che emiliana, la quale sta scoprendo un passo alla volta l’alta montagna pistoiese. Spuntano così, come funghi, nell’ultimo spicchio di Ottocento molte ville. Un circolo virtuoso, fatto di racconti nei salotti “buoni”, che finisce per attrarre in questo spicchio di montagna visitatori anche dall’estero, per i quali sono necessari alberghi e nuove case per la villeggiatura. Impossibile ricordare tutti i “vip” che negli anni hanno frequentato l’Abetone. Qualche nome per tutti: dal principe Umberto di Savoia alla regina del Belgio Paola Ruffo di Calabria, passando per il duca Salviati, Donna Florio, Giacomo Puccini e Ruggero Leoncavallo. E ancora i fratelli Ricordi Pietro Badoglio, Palmiro Togliatti e Nilde Iotti, Giovanni Michelucci e, più tardi, Fosco Maraini, Carlo Azeglio Ciampi, Curzio Malaparte, Gina Lollobrigida, Ingrid Bergman con Roberto Rossellini.

Nell’estate del 1936 Abetone diventa un Comune autonomo, appartenente alla provincia di Pistoia. Proprio in quegli anni all’ormai tradizionale villeggiatura estiva inizia ad affiancarsi il primo nucleo di turismo invernale, grazie alla pratica dello sci, che in paese si è diffusa – proveniente dalla Norvegia – in maniera assai notevole. Nel 1920 nasce il primo sci club “Abetone-Val di Lima”, poi ribattezzato Sci Club Abetone e nove anni dopo Gualtiero Petrucci (figlio di Piero che per primo fece partire la “moda” dello sci) vince a Roccaraso una gara di discesa libera. Da allora il nome di Abetone negli annali dello sci è stato pressoché una costante, arrivando tra gli anni Quaranta e Cinquanta a sfornare un vero e proprio “nugolo” di campioni, tra i quali spiccano i nomi di Zeno Colò, Celina Seghi, Vittorio Chierroni, Paride Milianti e Gaetano Coppi.

La seconda guerra mondiale lascia un pesante strascico sul territorio del Comune di Abetone, visto che proprio da qui passa la linea Gotica, cui è dedicato il museo “L’altro lato del caposaldo” : dalla fine dell’estate del 1944 all’aprile successivo, Cutigliano è in mano agli alleati, l’Abetone ai tedeschi. Tedeschi che, durante la ritirata, minano e fanno saltare diverse case e i ponti settecenteschi della Lima e di Ponte Sestaione.

Gli anni del boom economico vedono un Abetone patria del turismo invernale, grazie allo sviluppo degli impianti di risalita – il primo, mitico, Slittone fu inaugurato nel 1936 – che portano il Comune di Abetone tra gli anni Settanta e gli anni Novanta ai vertici delle stazioni sciistiche appenniniche. Dal 1 gennaio 2017 il Comune di Abetone è stato fuso con quello di Cutigliano, dando vita al  nuovo Comune di Abetone Cutigliano.

Oltre alle Piramidi e alla chiesa di San Leopoldo, non lasciatevi sfuggire all’Abetone una camminata lungo la via principale, ammirando le tante ville d’epoca che hanno fatto la fortuna della località sciistica nel Novecento. Per la cucina del territorio e i prodotti del sottobosco – mirtilli e funghi sono prelibati – ci sono ristoranti, rifugi vicino agli impianti di risalita e aziende in cui degustare e acquistare.