La Pieve di Sant’Andrea di Furfalo, storia e arte immerse nel bosco

Le pietre della Pieve di Sant’Andrea di Furfalo raccontano una lunga storia, custodita tra i castagni del bosco, come se il tempo si fosse fermato. E chi percorre il tratto di antica strada che collega il borgo di Serra Pistoiese a Panicagliora, nel comune di Marliana, può ancora ammirare la bellezza della struttura, conosciuta anche come “Pievaccia”, in gran parte distrutta nel Trecento dalle truppe di Castruccio Castracani.

Secondo alcuni storici la Pieve fu fondata da missionari orientali che veneravano l’apostolo Andrea, presenti in Italia tra il VI e il VII secolo in quella linea di confine stabilita dall’occupazione longobarda, tra Pistoia e Lucca. La chiesa è citata nel Diploma di Ottone III del 998 e in due atti di donazione dell’XI secolo in cui è definita come plebs de Furfalo e il titolo di Sant’Andrea appare in un documento del 1022. È a questa epoca, secondo gli studiosi, che risale la costruzione di una nuova struttura in stile romanico lucchese, della quale sono visibili oggi i resti e che testimoniamo l’influenza di Lucca sul territorio.

Il passaggio delle soldatesche di Castruccio Castracani, che nel 1327 assediarono il castello della Serra, provocò gravi danni all’antica pieve e nel 1651 venne sostituita dalla chiesa di San Leonardo.

I resti della chiesa permettono di visualizzare e immaginare ancora oggi come fosse la pianta dell’edificio, costituito da un’unica aula rettangolare con accesso frontale e laterale, abside semicircolare, monofore laterali e presbiterio rialzato rispetto all’aula. È ancora ben conservata la porta secondaria lungo il lato ovest, da dove entravano i battezzandi con il fonte battesimale che si trovava nelle vicinanze.