La Pieve di Santa Maria Assunta e la Pieve Vecchia di Piteglio

Il culto mariano tra fede e leggenda

Via del Campanile, Piteglio (San Marcello Piteglio) | (Allarga la mappa)

Piteglio, un luogo mistico sulle pendici della Val di Lima, narra di leggende, arte e fede dalle sue porte di accesso fino alla vetta del suo campanile.
Una storia che ha il suo inizio lungo l’antico tracciato medievale, dove la Pieve Vecchia, poco fuori il paese, dà il benvenuto ai visitatori. Un piccolo gioiello romanico abbandonato tra il XIII e il XIV secolo a favore della più centrale chiesa castellana: eretta nell’XI secolo col nome di Pieve di Santa Maria, venne successivamente ribattezzata in Santissima Annunziata. Una nascita arcaica che la sancisce come l’edificio di culto più antico di tutta la Montagna Pistoiese, giacché la pieve di Lizzano (X secolo) venne distrutta da una terribile frana nel 1814.

Il passare del tempo non ha mutato molto il suo volto, se non fosse per il peculiare pulpito esterno addossato alla sua facciata, indispensabile un tempo per svolgere quel rito arcaico di benedizione della vallata, con la preziosa reliquia del Latte della Madonna. Una cerimonia che affonda le sue origini nelle ancor più antiche rogazioni, processioni propiziatorie, di romana memoria, volte a benedire i campi.
Ma è il sacro cimelio a rendere unico questo rituale, una reliquia il cui arrivo viene tramandato da una leggenda che si perde nei meandri del tempo. La storia narra di un cavaliere che giunse a Piteglio con la preziosa ampolla, contenente gocce di latte; il popolo estasiato supplicò il soldato di lasciarla al paese, ma egli non volle e tentò la fuga di notte. Venne frenato dall’improvviso e miracoloso suono delle campane, così tutti si accorsero della sua evasione; nel tumulto la boccetta cadde a terra, facendo fuoriuscire il sacro contenuto, che i piteglini raccolsero prontamente assieme ad erba e sassolini.
La storia fa comunque supporre un’origine crociata e un arrivo nel borgo grazie ai Conti Guidi, possessori del castello di Piteglio ma anche delle terre di Montevarchi, anch’esse custodi non a caso della reliquia del Sacro Latte.

La nota ampolla ci conduce infine al suo odierno scrigno, al vertice del paese, la Pieve castellana dedicata a Santa Maria Assunta, frutto di un adeguamento della cappella privata di San Martino dei Conti Guidi e della torre di avvistamento. Oggetto di numerosi rifacimenti nel corso degli anni, oggi la chiesa ha perso il suo gusto medievale a favore di un aspetto più neo-classico. Una cornice architettonica, le cui tele evocano il radicato culto mariano di Piteglio: la più caratteristica è senza alcun dubbio la pittura raffigurante la Madonna col Bambino e Santi, del XVIII secolo, in cui il piccolo Gesù ostenta l’ampolla col Latte della Vergine.

Piteglio si rivela dunque custode intimo di una venerazione mariana estremamente sentita, una devozione più ancestrale del cristianesimo stesso, le cui radici nascono da culti arcaici legati alla Terra Madre, una donna fertile che nutre i suoi figli col Sacro Latte.