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La Pieve di Santa Maria Assunta di Gavinana: l’organo delle meraviglie

Piazza F. Ferrucci, Gavinana (San Marcello Piteglio) | (Allarga la mappa)

Lo sentite questo suono di campanelli? E questo dolce cinguettio di uccellini?
Provengono dallo straordinario organo della Pieve di Gavinana!

2063 canne, 57 registri, 3 tastiere e 2 pedaliere per un solo monumentale strumento, considerato uno degli organi storici più grandi d’Italia.

Voluto da Domenico Achilli, magnanimo benefattore di Gavinana, fu acquistato nel 1811 dalla chiesa conventuale di San Lorenzo a Pistoia. La graticola, sullo stemma al centro del timpano di facciata, riporta all’originaria ubicazione dello strumento.
L’organo fu ricostruito nel 1775 da Pietro Agati, utilizzando alcuni elementi realizzati dal celebre organaro cortonese Cesare Romani nel XVI secolo.
Ampliato nel 1824 da Giosuè e Nicomede Agati e successivamente da Luigi e Cesare Tronci nel 1856, è tornato, dopo un lungo restauro durato sei anni, alla sua antica bellezza; dal 2006 risuona la sua potente musica, che porta con sé secoli di arte organaria.

Posizionato in controfacciata, è uno dei più preziosi gioielli custoditi nella Pieve di Gavinana, dedicata a Santa Maria Assunta.
Edificata secondo la tradizione – anche se la notizia non è storicamente accertata – per volontà della Marchesa Matilde di Canossa, nacque solitaria rispetto al borgo, che era situato più in alto, e si è resa involontaria testimone dei tumultuosi eventi, che hanno contraddistinto la storia del paese.
La pieve, fondata tra la fine del XI e l’inizio del XII secolo, si presenta all’esterno con gli elementi caratteristici dell’architettura romanica, a eccezione del loggiato, costruito nel 1824 per ospitare il nuovo organo. Nel tempo ha subito vari interventi che ne hanno determinato l’aspetto attuale; il gusto neoclassico, che domina nell’interno dell’edificio, è conseguente ai lavori di restauro del 1787: il vecchio tetto a capriate fu sostituito con una soffittatura a volte e le pareti vennero imbiancate.

Con la sua eleganza la pieve racchiude suggestive opere d’arte. Le più particolari sono due raffinate statue in legno, raffiguranti l’Angelo Annunciante e la Vergine Annunciata, del XV secolo e due dossali in terracotta invetriata policroma, attribuiti al maestro fiorentino Santi Buglioni (1494-1576): la Crocifissione e L’Adorazione del Santissimo Sacramento. Questa pala è oggetto di un curioso aneddoto: nel 1910 vennero asportati alcuni dei suoi elementi, ritrovati l’anno successivo presso un antiquario in Francia e poi ricollocati nella posizione originaria; la motivazione del furto è da ricercare, secondo le credenze popolari, nel fatto che si trovasse nascosta nelle figure la formula della terracotta invetriata.

“Qual cuore rimarrebbe freddo a tali memorie!” scriveva Massimo d’Azeglio di Gavinana e della sua Pieve; ecco, non rimane altro che farsi incantare da tanta bellezza.