Il Museo della Gente dell’Appennino Pistoiese di Rivoreta. Un mondo di piccole cose
Alle pendici della vetta più iconica dell’Appennino Pistoiese, il Libro Aperto, si trova Rivoreta, piccolo borgo dal sapore autentico.
La sua posizione, distante dalla grande comunicazione, ha permesso al paese di mantenere intatta la sua identità; lontano dalle trasformazioni e dalle frenesie contemporanee, si percepisce vivida la memoria del passato: ritmi lenti e secolari esperienze.
La memoria degli abitanti di questa comunità è l’anima del Museo della Gente dell’Appennino Pistoiese.
La sua storia inizia negli anni ’70 del Novecento, quando da un’idea della villeggiante fiorentina Franca Francioni Calissi, gli abitanti cominciano a raccogliere gli oggetti, conservati nelle soffitte, nelle stalle e nei metati, e a esporli nella scuola elementare del paese.
Nel 1994 il museo viene ampliato e rinnovato, grazie a un moderno e ancora attuale progetto di allestimento museale, curato da Claudio Rosati, ed entra a far parte dell’Ecomuseo della Montagna Pistoiese.
Un’istantanea sulla vita, sulle consuetudini e sulle tradizioni della Montagna, restituita attraverso oggetti, che un tempo erano di uso comune nelle case, e strumenti di lavoro, testimoni delle attività agricole, pastorali e legate all’uso del bosco.
All’interno del museo, il tema della nascita, gli aspetti della vita in famiglia, il lavoro del carbonaio e del taglialegna, la pratica del raccogliere e del trasportare sono presentati in maniera interattiva e stimolano il visitatore, alla riscoperta della dimensione del saper fare con le mani, ora così distante dal nostro mondo.
I bambini sono invitati a liberare la propria creatività, riflettendo sul tema del riciclo: materiali di riuso possono diventare nuovi colorati giocattoli, ispirati a quelli di una volta.
Ogni anno, l’ultima domenica di luglio, gli antichi mestieri rivivono a Rivoreta con la Giornata del Museo vivente, organizzata dall’Associazione Museo della Gente dell’Appennino Pistoiese.
Come d’incanto si torna indietro nel tempo e gli oggetti escono dal museo, prendendo di nuovo vita; nelle vie del paese si ammirano scene di quotidianità e antichi lavori: chi intreccia un cavagno, chi impaglia una sedia, chi fila la lana, chi fa il bucato con la cenere, chi prepara i necci con i testi.
Saperi di un passato, che riempiono gli occhi e il cuore.
Per info: www.ecomuseopt.it